La tentazione di proporre al mio amico consigliere comunale dei
testi (mozioni, interrogazioni) a contenuto provocatorio si fa sempre
più forte.
Per fortuna egli è persona molto meno gigiona di me e se ne guarda bene dal riceverle, e quindi dal presentarle.
Però la voglia mi rimane. anzi cresce di giorno in giorno!
L'effetto
di tre anni e mezzo di amministrazione Lucini & Co. su moltissimi
cittadini consapevoli è quella dell'aumento del consumo di antidepressivi.
Azioni necessarie, anzi, azioni indefettibili per la città restano rimandate alle calende greche.
Con
incredibile solerzia si vedono invece realizzate opere sostanzialmente
inutili (Libeskind), modifiche discutibili (ZTL), rifacimenti di strade e
piazze di cui nessuna persona di buon senso vede la necessità (Piazza
Volta, via Garibaldi)... e molto altro agire di questo tenore.
Le
uniche forme di opposizione che ricevono qualche moderato ascolto sono quelle che
sanno proporre chiassate di piazza spesso discutibili.
Di
ricevere invece la nostra voce delle persone serie e propositive non se
ne parla... o meglio... se ne parla, ma se ne parla e basta!
Le mozioni che ho scritto o aiutato a scrivere e poi fatte approvare in questi anni, tutta roba serissima,
utile e poco dispendiosa, giacciono inattuate in un triste limbo da cui
nessuno sa quando riusciranno ad uscire.

Ne seguo di persona l'evoluzione ma
poco o nulla posso per accellerarne l'attuazione.
Di fronte a
tanta sorda ottusità (come altro chiamarla?) la tentazione dello
sberleffo, dell'ironia corrosiva e del sarcasmo si fa fortissima.
Cosa
resta d'altro a chi, credendo di vivere in uno Stato democratico, si
vede frustrare ogni iniziativa da parte della più decisionista delle
giunte cittadine a memoria d'uomo (e credetemi: battere il pessimo tandem Bruni & Caradonna è roba dura) ???!!!

Le strade percorribili istituzionalmente sembrano
tutte ingombre della muta presenza di quel Matteo Renzi che ha accampato
il potere dello Stato persino senza aver ricevuto il mandato da libere
elezioni, ogni percorso parlamentare si scontra contro muri di numeri di
maggioranze e montagne granitiche di interessi occulti e ottusità vere e
proprie.
Per questo io continuerò a proporre di tanto in tanto testi
"provocatori" per la discussione in aula.
Lo farò conscio della
massima pragmatica di Sandro Pertini (che a sua volta riprendeva elaborandola
una massima dell'imperatore Vespasiano): "A brigante, brigante e mezzo".
Ovvero di fronte ad un muro di assenza di dialogo perché mai si dovrebbero rispettare a fondo tutte le regole dell'etichetta? 'Fanculo l'etichetta!
Per
questo, fatto salvo (finché posso) il buon gusto e in assenza di ogni violenza verbale,
praticamente sfinito dallo spettacolo indecoroso di una giunta che si
rivela ogni giorno sempre più incompetente, casinista e vanagloriosa,
sostengo con forza la necessità di un cambio di passo e quindi di un
mutamento di stile nei nostri rapporti di cittadini con l'attuale amministrazione comasca.

Un vecchio proverbio locale, di quelli che mi paiono un concentrato di saggezza in pillole recita:
"A tratà bée i vilann sa resta cagà in di mann"
il che tradotto suona all'incirca: "A trattare bene i maleducati ci si ritrova a gestire situazioni indecorose".