Non vi sono molti altri strumenti
altrettanto forti e pacifici per opporsi al potere, sia esso politico
od economico. Proprio per questo lo sciopero e il boicottaggio sono
stai oggetto di violente campagne di denigrazione tese a “dimostrane”
la presunta vecchiezza e inefficacia.
Non esistono leggi che mi possano
obbligare ad acquistare un prodotto o a pubblicizzarlo.
Negli anni sono state imposte leggi che
hanno ridotto il diritto allo sciopero ad una parodia della forma di
lotta che scardinò sistemi potentissimi di potere imponendo
cambiamenti epocali.
Sindacati asserviti al potere hanno
permesso la trasformazione dello sciopero nella sua parodia.
Serve il permesso del potere per
scioperare e bisogna farlo senza creare disturbo al manovratore.
Assurdo. e infatti gli scioperi così
depotenziati non fanno proprio più paura a nessuno.
Ma boicottare si può ancora
liberamente e non vedo come si potrebbe impedirci di farlo.
Se fossero state prese sul serio le
campagne di boicottaggio che intendevano colpire aziende le cui
scelte erano poco etiche se non addirittura criminali forse non ci
troveremmo più da un pezzo a vedere le immagini che qui pubblico..
Nel carrello della spesa abbiamo uno
strumento più forte del voto.
E chi si ritrova le merci invendute
(anche l'informazione è merce) si dovrà fare delle domande.
Non è nemmeno necessario non
acquistare qualcosa motivandone la scelta: tocca a chi si ritrova le
merci invendute scendere a patti con l'acquirente per scoprire il
motivo della sua azione.
Se invece si crede che le cose possano
cambiare senza lotta, se si da retta ai molti sicofanti del libero
mercato e delle sue miracolose capacità di autoregolarsi allora si
continui pure a comprare merci materiali e/o immateriali di cui si
contesta l'eticità.
Agli allevatori di galline in gabbia
farà una paura folle sapere che le loro uova, che vengono comunque
vendute, vengono ritenute da chi comunque le compra poco rispettose
dell'ecologia! “Brrrr! La merce che produco e vendo
e che continuo a vendere è ritenuta poco etica! Che paura!”.
Siamo seri: ciò che non ci piace non compriamolo !
Usiamo la libertà di protesta che ci è
rimasta e teniamocela stretta !
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