martedì 14 aprile 2015

La visione della diga da vicino

Un perplesso Lucini dopo aver visto la diga da vicino!

Lunedì 13 aprile si è svolto il consiglio comunale straordinario dedicato al tema del cantiere lungolago e delle “paratie”.

Il quotidiano “La Provincia” descritto la serata come un’esposizione dettagliata di tecnici su tutti gli aspetti concernenti il cantiere, e liquidato il resto con un laconico: “la seduta è poi proseguita con gli interventi dei consiglieri fino a tarda notte”.


VACCATA
Quando la stampa non fa il proprio lavoro di informare i cittadini c’è sempre da chiedersi il perché.
Qui il perché è fin troppo semplice da rilevare: se le persone fossero informate correttamente sui modi con cui questa città è amministrata dalla giunta Lucini si porrebbero troppe domande.
Domande che avrebbero per logica risposta solo la richiesta di dimissioni dell’intera giunta.



Gli interventi dei consiglieri sono stati il cuore della serata e non un suo marginale completamento.
Della messa cantata su quanto sono stati bravi e buoni e financo belli tutti i collaboratori a vario titolo del disastro decennale del cantiere lungolago si poteva sicuramente fare a meno

Grande VACCATA
Frettolose descrizioni tecniche che potevano essere capite solo da quelli (come me) che hanno seguito per anni l’evolversi dei vari progetti che si sono succeduti, sono state poi “integrate” da pleonastiche descrizioni della bontà delle scelte degli arredi accessori.
Sfiorando spesso il ridicolo si è persino parlato della “poesia dell’acciaio colorato elettroliticamente che dialoga con il lago e i suoi climi” o qualcosa del genere.
Come se di una casa dopo un crollo si lodasse la scelta delle tendine che avrà quando (quando?) verrà ricostruita!


Enorme VACCATA
Ma sorvoliamo sull’abitudine oramai inveterata alla supercazzola in atto pubblico.

Gli interventi dei consiglieri, come dicevo sono stati invece l’unica parte utile e democratica di una serata improntata dalla giunta all’auto-giustificazione e auto-assoluzione.

Luca Ceruti, Consigliere del Movimento Cinque Stelle, ha esordito affermando che la costruzione del sistema anti-esondazioni non andava nemmeno iniziato, ma ora che il processo sembra inarrestabile, si deve assolutamente porre in essere un istituto che ne limiti l’uso esclusivamente ai rarissimi casi (1 , 2 giorni/anno) di effettiva necessità, sottolineando la preoccupazione che i denari forniti da Regione Lombardia per venire a capo dei pasticci e terminare i lavori non abbiano come contropartita l’uso delle paratie come metodo per sfruttare il Lario come fosse una diga artificiale qualsiasi, riempiendolo e svuotandolo secondo gli ordini e gli interessi del Consorzio dell’Adda che ne vende le acque. (NdA queste cose nel passaggio televisivo, coperte dalla pubblicità!)


c'era una volta una passeggiata...
L’uso delle barriere dovrà essere limitato alle esondazioni naturali, non certo a quelle artificiali volute dai proprietari, paganti, delle paratie, vedi Regione Lombardia finanzia l’85% del progetto a conti fatti.
Ne tanto per gli innalzamenti decisi dal consorzio dell’Adda.
Altri consiglieri di minoranza si sono distinti :
  1. per la ferma denuncia della mancanza di democraticità nelle scelte della presente amministrazione in contraddizione con quanto dichiarato sul CCP programma elettorale di Lucini (intervento di Ajani)
  2. Sulla scandalosa mancanza di eticità che sottende la richiesta di fondi della “legge Valtellina” soldi (nostri) che dovrebbero finanziare opere di protezione dai disastri idrogeologici, per un’opera che protegge al massimo i calzini dei comaschi dal bagnarsi due volte l’anno (intervento di Gaddi)
  3. In generale sulla denuncia del pasticcio gestionale di tutta la faccenda, tecnico ed economico, dai suoi esordi fino ai giorni nostri (interventi di Marzorati, Rapinese, Butti, Veronelli, Bordoli…).
Roba da matti
Dai consiglieri di maggioranza invece solo difese d’ufficio e lodi, anche ridicolmente sperticate, sulla bontà delle scelte di Lucini & collaboratori. Oltre il limite del fastidioso l’insistenza sul ringraziamento ai tecnici intervenuti e coinvolti nel progetto a vario titolo.





Abbiamo dato un'occhiata al cantiere!
Tecnici (comunali e non) notate bene, che non svolgono il loro lavoro gratuitamente, ne per amore esclusivo della res pubblica, ma sono anzi profumatamente remunerati e spesso premiati, anche in assenza di risultati.
Del resto alcuni degli stessi tecnici avevano posto l’accento su quanto avessero lavorato duramente.
Peccato che il frutto di tanto impegno indefesso ancora non lo vede nessuno e nessuno lo vedrà ancora per un po’.
Anni nei quali i cittadini di Como forse (dico forse) matureranno la convinzione che con questa vecchia politica fatta di continuità col passato, di nessun confronto e quindi di nessun futuro è il caso di chiudere definitivamente, e non solo di cambiar passo, ma anche direzione.

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